Non c’è pace nella galassia nagaiana. Proprio quando credi di aver individuato almeno un paio di culti assoluti della vecchia Tv dei robottoni animati (magari con un Mazinga Z o, a caso, un Ufo Robot Goldrake), spunta un “fuori collana” come Mazinkaizer (2001). Ma poi. Proprio quando credi di aver messo a tacere l’ultimo languore di novità del sommo Go Nagai, ecco spuntare un’altra follia d’artista delle sue: Mazinkaizer SKL (2011). Tre episodi tre di stratosferico OAV a pallettoni, senza corpetto protettivo. L’anime di Jun Kawagoe (Kotetsushin Jeeg, un nome un programma) si lancia a testa all’ingiù in una timeline a parte della mazin-saga, spin-off di Mazinkaizer con quell’incoscienza tipica degli anime giapponesi che rischia di stordire o incattivire i fan oltranzisti. Quelli devoti alla galassia nagaiana primigenia, insomma. Come altrove, si parte con gettito continuo di azione e combattimenti, tra squadroni speciali bucherellati a inizio missione da pioggia di proiettili e due pazzoidi di piloti che si scambiano la cloche di comando alla guida del MAZINKAISER SKL. Altro che robottone! Un golem di metallo con mano più scaltra di Clint Eastwood e spada titanica che farebbe impallidire di invidia Berserk. Ovviamente: libero accesso a personaggi di altre opere di Nagai. E a squisitezze tecniche, dallo Skull Pilder a forma di teschio alle armi impugnate, che alimenteranno le discussioni tra i fan.